Per quanto
osservata con lo sguardo affisso su di un ambito specifico, sempre emerge per
differenza la ricca, unitaria complessità della figura e dell’ opera del
maggior Paesaggista italiano del Novecento, Pietro Porcinai. Finalmente
investito della serie di manifestazioni celebrative che, nel centenario della
nascita, ne illustrano e valorizzano l’ opera oltre il circuito degli
specialisti, con l’ apertura straordinaria di alcuni suoi giardini, con studi
che per approssimazioni successive ancora attingono al ricco patrimonio
documentario di testi e disegni
conservato nella serra-archivio del suo studio-laboratorio nella fiesolana
villa Rondinelli. E' curato da Ines Romiti il libro intitolato " L' identità dei giardini fiesolani ", un volume che tratta i lavori di Porcinai e del suo stile legato al paesaggio fiesolano. A partire dal’ assunto di una sorta di imprinting sull’ opera
di Porcinai, che dalla Gamberaia a Settignano, dove nasce, figlio del capo
giardiniere della villa, muove e si dilata per aprirsi alla trama di segni del
paesaggio collinare fiesolano. Come lui stesso lo rappresenta, <<Palinsesto assimilabile a un giardino, di cui possiede logica e identità>>. Anche se,
ben oltre gli interventi fiesolani – così fortemente connotati e condizionati
da quello scenario - , si ritrova nella geografia diffusa dell’ operare di
Porcinai il rispettoso legame con il paesaggio e assieme però sempre – nelle audaci geometrie, nel governo del
dettaglio, delle consonanze vegetali - l’ invenzione. Dagli interventi in
relazione al paesaggio di pietra e mare ligure, a quelli in Piemonte e
Lombardia, ai giardini pugliesi. In un percorso, fecondo di incontri ed
esperienze internazionali, che coniuga tutela e sperimentazione e che lo vedrà
affiancare la riflessione sul ruolo del verde in un’ urbanistica da ripensare e proporre
anche per l’ Italia l’ affermarsi di specifiche figure professionali destinate
al paesaggio. Tutto, sempre tornando nel suo studio-laboratorio, in quella
fiesolana villa Rondinelli dove vorrebbe istituire una sorta di accademia del
giardino e dove nei primi anni sessanta propone di ospitare una mostra di
scultura contemporanea << che avrà per quadro il giardino… perché la
scultura non è arte da salotto >>.
[ Ines Romiti, a cura di, Pietro Porcinai. L’identità dei giardini fiesolani. Il paesaggio come “immenso giardino”, Edizioni Polistampa, pp. 272, € 34, recensito da Andrea Di Salvo su Alias domenica, 1 Supplemento de Il Manifesto dell’11 dicembre 2011]
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